05 maggio 2018

Solo Dio può capire

A chi raccontare certi giorni in cui si combinano tasselli disseminati nel tempo di una vita, esperienze, emozioni, tradimenti e sofferenze che nessuno può sapere? Nessun amico, anche se carissimo, potrebbe infatti conoscere la storia dell'altro nei suoi dettagli più inafferrabili, intessuti di lacrime e di gioia, di parole e di silenzi.
Negli anni ho sperimentato che la preghiera può essere anche questo: raccogliere il quotidiano, imprevedibile e molteplice, e raccontarlo in silenzio ad un Dio che tutto sa di me, quel che ho vissuto e quel che ancora mi resta da scoprire.
Un Dio paziente e capace di ascoltarmi e di capire, perché ogni evento che accade, s'intreccia con mille altre storie che solo Lui conosce e che, con Lui, acquisiscono un senso e mi indicano le tracce di un percorso da seguire.
Un Dio compassionevole, sempre capace di lavare piedi sporchi e mani invidiose, cuori raggrinziti e occhi spenti.
Un Dio umile, che non ha bisogno di mostrarsi onnipotente, perché è Amore.
Un Dio necessario per non lasciarsi travolgere dall'inaccettabile, dall'incomprensibile, dall'assurdità di taluni rapporti sperimentati che talvolta nulla hanno di umano e che comunque, nonostante ogni impegno, s'intrecciano nella rete del proprio personale vissuto.
Un Dio amico che abbraccia la mia esistenza con una carezza di cielo.

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