13 dicembre 2018

PalermoParla, un'avventura partecipata


Un libro. Ci vorrebbe un altro libro e, forse, non basterebbe per raccontare la storia di questo quarto “libriglio”, una nuova esperienza di “scrittura partecipata”, che ha le sue radici profonde nella mia passione per la parola e la partecipazione, passione che si è innestata in alcuni eventi che mi sono trovata a vivere - in particolare la fondazione dell’Associazione Partecipalermo -, ma che ha preso concretamente corpo e identità da un corso di scrittura iniziato a gennaio di quest'anno: persone nuove insieme a  “compagni” con cui si erano già fatte esperienze d’incontro e d’impegno. La presentazione del volume PalermoParla ha poi consentito un’ulteriore e significativa “contaminazione”. Persone ed emozioni, letture, musica e riflessioni si sono mixate come la buona frutta per una saporita macedonia e “mischiate” come i marmi che adornano le nostre splendide chiese barocche.
Un incontro e un incrocio di passioni e competenze: il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo per chi non aveva mai partecipato a questo tipo di avventura, mentre per gli “anziani”, l’attesa della ripetizione di un’esperienza rituale che, nelle sue precedenti versioni, si ricordava bella e coinvolgente.
I dinamismi di fondo: la passione della scrittura e l'intento di ascoltare la nostra città. Ma ancora di più. Ogni “cammino insieme” comporta infatti la scoperta/conoscenza delle persone con cui si realizza:  lo stupore di veder emergere passioni e competenze e la disponibilità a volerle condividere… Si sono stabiliti legami semplici e intensi ed è maturato il desiderio di creare qualcosa insieme. Un corso di scrittura, un'avventura umana, un'occasione in più per innamorarsi di Palermo. Noi palermitani, viviamo immersi nella Bellezza, ma spesso ce ne dimentichiamo. Per questo, scrittura e memoria, memoria e partecipazione sono state la trama dei nostri corsi, delle nostre presentazioni, dei nostri incontri.

È indiscutibile che ci siano tanti e seri problemi da risolvere nella nostra città, ma questo non può farci dimenticare la magnificenza unica della sua storia millenaria,  il suo essere stata città “Felicissima”, centro del Mediterraneo, crocevia di culture, città “tutto porto”, icona dell’accoglienza.
Palermo bellissima! Pietre, giardini, basiliche e vicoli, "pomelie zagara e basilicò": la sua bellezza antica si offre ancora a noi, nonostante tutto, e richiama ogni palermitano alla consapevolezza della sua identità.
Palermo parla, ci chiama all’ascolto, ci chiede di prenderci cura di tanta bellezza e di farne la nostra ricchezza… Sì, è possibile far qualcosa, «ognuno per come può e per come sa…»
La nascita di questo libro ha richiesto una faticosa gestazione, un travaglio davvero difficile da raccontare.
Facciamo un libro online… - fu la mia proposta iniziale e si fece, ma non bastò.
“Ma perché non realizziamo un cartaceo, come gli altri anni”.   Da quel momento, dopo un mio sofferto “e va bene...” ebbe inizio l’avventura. Decidere sulle tante cose da fare, come in ogni pubblicazione, ma, con la modalità di percorso scelto, a decidere eravamo in 29… Quante pagine per ogni autore? Uno o due testi? Quali foto inserire, quante?
Troppo lungo, troppe sviste... Ma quel dato storico l’hai verificato, non mi convince…” 
E poi la storia dei segnalibri: sì, no, chi li realizza? Ahia…  E la copertina, quale colore, quale il formato, quale immagine scegliere? Marrone, verde, blu… indice, ordine alfabetico, quarta di copertina, sorteggio… 
Sì, no, ma, chissà, boh…?!?

Confrontarsi su tutto e con tutti e poi dover prendere una decisione - non da “conte”…-  ma operativa e gradita almeno ai più. Pian piano, con caparbia pazienza e rispetto dei differenti punti di vista, le decisioni sono state prese e, guardando i risultati, sono state decisioni opportune. Il libro è corposo e, anche se i contributi sono molto diversi fra loro per differenti registri linguistici e stili personali, ha un suo ritmo interno e una gradevolezza estetica. 
Un grande grazie a Elisabetta Vassallo che, col logo che ha dato un senso alla copertina, attraverso i colori ha espresso la complessità della nostra città «dai percorsi divergenti, convergenti, dirompenti; dagli incroci abbondanti, contrastanti, ritrovati».
Per quanto concerne la formattazione, posso affermare di aver acquisito una capacità di lavorare col word non comune… realizzare un libro di 240 pagine senza un programma d’impaginazione adeguato sembrerebbe impossibile, ma… si può.
L’accurata recensione di Gaetano Celauro, pubblicata su www.sololibri.net, è stata per tutti noi una graditissima sorpresa. Un imprimatur autorevole che mi/ci ha  profondamente gratificati.

Nella tappa conclusiva della presentazione del volume, tutto ha funzionato, persino gli altoparlanti che sono piovuti, inattesi, dall’attenzione  concreta e dalla disponibilità generosa di Gisa Messina e del suo amico Stefano, che hanno portato un’attrezzatura degna di un concerto live.
I tavoli con i libri e segnalibri, addobbati dalle preziose mani di Laura Catalano, Costanza Di Pisa, Mariangela Tortorici e Annamaria Ferranti, erano festosi e colorati, come i loro sorrisi.
Le canzoni orecchiabili e ricche di significato hanno allietato l’atmosfera,  per la competenza di Giusi Palumbo, Francesca Lubrano e Gisa Messina.
I segnalibri di Maria Basile hanno aggiunto un tocco di elegante preziosità al nostro volume.

La scaletta è stata modificata da due interventi imprevisti: i saluti da Betlemme di Francesco Bertolino, che avrebbe dovuto iniziare l'incontro e che si trovava in Terra Santa delegato dal sindaco e che ha inviato dei clip video su wathsapp che ho frettolosamente montato, cominciando così l'incontro con una sorpresa per tutti. A seguire, un altro tassello importante, deciso nella mattinata, per essere in sintonia col percorso prescelto, ossia l'approfondimento della conoscenza della nostra città; l’Auditorium san Mattia Ai Crociferi, il luogo che ci ha ospitato, è stato infatti presentato con competenza e garbo da Loredana Raia, un’appassionata conoscitrice della nostra città che, in questo percorso, è stata il mio archivio storico e fotografico: “Lori, ma si scrive “cittavecchia” tutto attaccato? e senza accento? Lori hai foto del quartiere ebraico?” Circa sei mesi d’intensa collaborazione…

Un grande grazie a tutti coloro che, il pomeriggio del 3 dicembre, hanno scattato foto: Mario Cavalli, Loredana Raia, Mariangela Tortorici, Sabrina Russo, Giuseppe Verrigno e Salvatore Maniscalco, senza i quali non avremmo i ricordi fissati nelle immagini; una sempre accresciuta consapevolezza del ruolo significativo della scrittura fotografica.
Un abbraccio riconoscente a Laura Catalano che ha registrato il video dell'incontro: un generoso atto di disponibilità che le ha impedito di gustarsi il pomeriggio comodamente seduta, ma che consente a quanti lo volessero, presenti e non, di rivedere i vari momenti che hanno articolato la presentazione.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLyD1rgdcF6z7_zeRkMedHUybWoILNk0Sz

E poi le nostre due splendide “lettrici”, che ci hanno donato molto più che una lettura dei nostri due politesti, entrambi elaborati, con modalità differenti, con frasi estrapolate dalle scritture contenute nel libro. Indimenticabili i volti delle persone che riconoscevano le loro parole mentre venivano recitate con incisività e grazia da Maria Rita Foti ed Elena Pistillo.
Un applauso caloroso e grato ai due illustri relatori e carissimi amici Giuseppe Savagnone e Gianfranco Perriera, che, col loro personale e inconfondibile stile, ci hanno fatto scavare dentro il senso della bellezza e dell’esistenza, approfondendo il ruolo della narrazione e della memoria, per farci “passeggiare” nella leggerezza di una razionalità armonizzata con l’attenzione e la poesia.

Tutta l’avventura vissuta per PalermoParla è stata per me un’esperienza intensa tanto quanto è stato il lavoro di rielaborazione del materiale, ma  generosamente ricolmata dagli abbracci e dai sorrisi delle persone presenti: “Anche tu qui! Che bello ritrovarsi!” 
Nulla è più gratificante e “importante” che vedere le relazioni umane crescere e consolidarsi. In questo contesto così violento e aggressivo tutti abbiamo bisogno di esperienze di serena fraternità, che si traducano in spazio/tempo di crescita personale e sociale. Abbiamo bisogno di spazi umani, abbiamo bisogno di sentirci liberi, di essere persone capaci di vivere la gentilezza, la cordialità, la delicatezza che non sono dimensioni di fragilità, piuttosto l'unica vera forza da sperimentare e contagiare. Da soli non riusciamo ad essere autenticamente noi stessi. Abbiamo urgenza di sorrisi, di occhi stupiti, di voglia di passeggiare nell'anima dell'altro e scoprire l’unicità della sua bellezza.

A tutti quanti hanno, in qualche modo, partecipato, anche con la loro assenza e col dispiacere manifestato di non poter essere presenti in modo attivo, a tutti va il mio ringraziamento profondo, perché abbiamo potuto dar forma e partecipare ad un'avventura che è ormai passata, ma che, comunque, sarà un ricordo “operante” per molti.  
I ricordi sono “importanti e utili”, se non si limitano ad essere bocconi di passato. Liberati da ogni nostalgica emozione, sono la nostra ricchezza per poter trovare energie sempre nuove per sempre nuovi progetti da vivere insieme.

«A quoi donc peut servir la littérature si elle n’aide pas à vivre?» (Jean Sulivan)
Già, a che serve scrivere, leggere, a che serve approfondire storia e cultura se tutto questo non ci aiuta ad essere persone migliori, disposte a prenderci cura di chi incontriamo, del luogo in cui viviamo?

Grazie a tutti, compagni miei, perché quella che abbiamo vissuto è un'avventura semplice, ma è un'avventura di tanti e i sogni insieme prendono corpo e consistenza e ci fanno comprendere che:
- è possibile, anche oggi, vivere senza aggredire;
- è possibile stupirsi e arricchirsi delle diversità e lasciarsi "contaminare";
- è possibile riempire di senso le nostre giornate anche facendo piccole cose, ma dando ad esse grandi e profondi significati.
La partecipazione è un bene irrinunciabile per essere persone autenticamente umane.
Sognare e sperare non è da stolti, ma può colorare le nostre giornate e rinvigorire le nostre capacità, così spesso sopite e/o ignorate.

Sognare, operare, partecipare e vivere praticando il "Giardinaggio", nel senso ricordato da Gianfranco Perriera: «il giardinaggio è una fatica pazzesca. Ma è la più deliziosa, incauta, faticosa, dolente e gioiosa operazione dell'essere umano. E questo libro è un dono al Giardinaggio».

Certo non sono mancate le criticità in questa avventura, i grovigli da snodare, ma come in ogni esperienza di giardinaggio era inevitabile. Quel che posso affermare con certezza è che, a prescindere dal risultato, io ho fatto tutto, ma proprio tutto quel che potevo con fedele passione, fino alla scrittura di questa risonanza. Tutto il percorso, in ogni sua tappa, un'esperienza fortemente significativa nella mia storia personale. Un'avventura sognata e tradotta in un'esperienza condivisa.

Sì, un’avventura quella della realizzazione di PalermoParla, che nessuno del Gruppo Scrittura Partecipalermo, da solo, avrebbe mai potuto realizzare, ma che, vissuto insieme, ha preso corpo: un libro verde scuro e colorato, delle scritture che danno voce ad alcuni "luoghi" di Palermo, degli schizzi eleganti divenuti segnalibri, dei video, tante foto, un incontro partecipato e festoso e una gran voglia di… ricominciare.