Un libro. Ci
vorrebbe un altro libro e, forse, non basterebbe per raccontare la storia di
questo quarto “libriglio”, una nuova esperienza di “scrittura partecipata”, che
ha le sue radici profonde nella mia passione per la parola e la partecipazione,
passione che si è innestata in alcuni eventi che mi sono trovata a vivere - in
particolare la fondazione dell’Associazione Partecipalermo -, ma che ha preso
concretamente corpo e identità da un corso di scrittura iniziato a gennaio di quest'anno:
persone nuove insieme a “compagni” con cui si erano già fatte
esperienze d’incontro e d’impegno. La presentazione del volume PalermoParla ha
poi consentito un’ulteriore e significativa “contaminazione”. Persone ed
emozioni, letture, musica e riflessioni si sono mixate come la buona frutta per
una saporita macedonia e “mischiate” come i marmi che adornano le nostre
splendide chiese barocche.
Un incontro e un incrocio di
passioni e competenze: il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo per chi
non aveva mai partecipato a questo tipo di avventura, mentre per gli “anziani”,
l’attesa della ripetizione di un’esperienza rituale che, nelle sue precedenti
versioni, si ricordava bella e coinvolgente.
I dinamismi di fondo: la
passione della scrittura e l'intento di ascoltare la nostra città. Ma ancora di più. Ogni “cammino insieme” comporta infatti
la scoperta/conoscenza delle persone con cui si realizza: lo stupore
di veder emergere passioni e competenze e la disponibilità a volerle
condividere… Si sono stabiliti legami semplici e intensi ed è maturato il
desiderio di creare qualcosa insieme. Un corso di scrittura, un'avventura
umana, un'occasione in più per innamorarsi di Palermo. Noi palermitani, viviamo
immersi nella Bellezza, ma spesso ce ne dimentichiamo. Per questo, scrittura e
memoria, memoria e partecipazione sono state la trama dei nostri corsi, delle
nostre presentazioni, dei nostri incontri.
È indiscutibile che ci siano
tanti e seri problemi da risolvere nella nostra città, ma questo non può farci
dimenticare la magnificenza unica della sua storia millenaria, il
suo essere stata città “Felicissima”, centro del Mediterraneo, crocevia
di culture, città “tutto porto”, icona dell’accoglienza.
Palermo bellissima! Pietre,
giardini, basiliche e vicoli, "pomelie zagara e basilicò": la sua
bellezza antica si offre ancora a noi, nonostante tutto, e richiama ogni
palermitano alla consapevolezza della sua identità.
Palermo parla, ci chiama
all’ascolto, ci chiede di prenderci cura di tanta bellezza e di farne la nostra
ricchezza… Sì, è possibile far qualcosa, «ognuno per come può e per come sa…»
La nascita di questo libro ha
richiesto una faticosa gestazione, un travaglio davvero difficile da
raccontare.
“Facciamo un libro online…
- fu la mia proposta iniziale e si fece, ma non bastò.
“Ma perché non
realizziamo un cartaceo, come gli altri anni”. Da quel
momento, dopo un mio sofferto “e va bene...” ebbe inizio l’avventura.
Decidere sulle tante cose da fare, come in ogni pubblicazione, ma, con la
modalità di percorso scelto, a decidere eravamo in 29… Quante pagine per ogni
autore? Uno o due testi? Quali foto inserire, quante?
“Troppo lungo, troppe
sviste... Ma quel dato storico l’hai verificato, non mi convince…”
E poi la storia dei
segnalibri: sì, no, chi li realizza? Ahia… E la copertina, quale
colore, quale il formato, quale immagine scegliere? Marrone, verde, blu…
indice, ordine alfabetico, quarta di copertina, sorteggio…
Sì, no, ma, chissà, boh…?!?
Confrontarsi su tutto e con
tutti e poi dover prendere una decisione - non da “conte”…- ma
operativa e gradita almeno ai più. Pian piano, con caparbia pazienza e rispetto dei differenti punti
di vista, le decisioni sono state prese e, guardando i risultati, sono
state decisioni opportune. Il libro è corposo e, anche se i contributi sono
molto diversi fra loro per differenti registri linguistici e stili personali,
ha un suo ritmo interno e una gradevolezza estetica.
Un grande grazie a Elisabetta
Vassallo che, col logo che ha dato un senso alla copertina, attraverso i colori
ha espresso la complessità della nostra città «dai percorsi divergenti,
convergenti, dirompenti; dagli incroci abbondanti, contrastanti, ritrovati».
Per quanto concerne la
formattazione, posso affermare di aver acquisito una capacità di lavorare col
word non comune… realizzare un libro di 240 pagine senza un programma
d’impaginazione adeguato sembrerebbe impossibile, ma… si può.
L’accurata recensione di
Gaetano Celauro, pubblicata su www.sololibri.net, è stata per tutti noi una
graditissima sorpresa. Un imprimatur autorevole che mi/ci ha profondamente
gratificati.
Nella tappa conclusiva della presentazione del volume, tutto ha funzionato, persino gli altoparlanti che sono piovuti, inattesi, dall’attenzione concreta e dalla disponibilità generosa di Gisa Messina e del suo amico Stefano, che hanno portato un’attrezzatura degna di un concerto live.
Nella tappa conclusiva della presentazione del volume, tutto ha funzionato, persino gli altoparlanti che sono piovuti, inattesi, dall’attenzione concreta e dalla disponibilità generosa di Gisa Messina e del suo amico Stefano, che hanno portato un’attrezzatura degna di un concerto live.
I tavoli con i libri e
segnalibri, addobbati dalle preziose mani di Laura Catalano, Costanza Di Pisa,
Mariangela Tortorici e Annamaria Ferranti, erano festosi e colorati, come i
loro sorrisi.
Le canzoni orecchiabili e
ricche di significato hanno allietato l’atmosfera, per la competenza
di Giusi Palumbo, Francesca Lubrano e Gisa Messina.
I segnalibri di Maria Basile
hanno aggiunto un tocco di elegante preziosità al nostro volume.
La scaletta è stata modificata da due interventi imprevisti: i saluti da Betlemme di Francesco Bertolino, che avrebbe dovuto iniziare l'incontro e che si trovava in Terra Santa delegato dal sindaco e che ha inviato dei clip video su wathsapp che ho frettolosamente montato, cominciando così l'incontro con una sorpresa per tutti. A seguire, un altro tassello importante, deciso nella mattinata, per essere in sintonia col percorso prescelto, ossia l'approfondimento della conoscenza della nostra città; l’Auditorium san Mattia Ai Crociferi, il luogo che ci ha ospitato, è stato infatti presentato con competenza e garbo da Loredana Raia, un’appassionata conoscitrice della nostra città che, in questo percorso, è stata il mio archivio storico e fotografico: “Lori, ma si scrive “cittavecchia” tutto attaccato? e senza accento? Lori hai foto del quartiere ebraico?” Circa sei mesi d’intensa collaborazione…
La scaletta è stata modificata da due interventi imprevisti: i saluti da Betlemme di Francesco Bertolino, che avrebbe dovuto iniziare l'incontro e che si trovava in Terra Santa delegato dal sindaco e che ha inviato dei clip video su wathsapp che ho frettolosamente montato, cominciando così l'incontro con una sorpresa per tutti. A seguire, un altro tassello importante, deciso nella mattinata, per essere in sintonia col percorso prescelto, ossia l'approfondimento della conoscenza della nostra città; l’Auditorium san Mattia Ai Crociferi, il luogo che ci ha ospitato, è stato infatti presentato con competenza e garbo da Loredana Raia, un’appassionata conoscitrice della nostra città che, in questo percorso, è stata il mio archivio storico e fotografico: “Lori, ma si scrive “cittavecchia” tutto attaccato? e senza accento? Lori hai foto del quartiere ebraico?” Circa sei mesi d’intensa collaborazione…
Un grande grazie a tutti
coloro che, il pomeriggio del 3 dicembre, hanno scattato foto: Mario Cavalli,
Loredana Raia, Mariangela Tortorici, Sabrina Russo, Giuseppe Verrigno e
Salvatore Maniscalco, senza i quali non avremmo i ricordi fissati nelle immagini;
una sempre accresciuta consapevolezza del ruolo significativo della scrittura
fotografica.
Un abbraccio riconoscente a
Laura Catalano che ha registrato il video dell'incontro: un generoso atto
di disponibilità che le ha impedito di gustarsi il pomeriggio comodamente
seduta, ma che consente a quanti lo volessero, presenti e non, di rivedere i
vari momenti che hanno articolato la presentazione.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLyD1rgdcF6z7_zeRkMedHUybWoILNk0Sz
https://www.youtube.com/playlist?list=PLyD1rgdcF6z7_zeRkMedHUybWoILNk0Sz
E poi le nostre due splendide
“lettrici”, che ci hanno donato molto più che una lettura dei nostri due
politesti, entrambi elaborati, con modalità differenti, con frasi estrapolate
dalle scritture contenute nel libro. Indimenticabili i volti delle persone che
riconoscevano le loro parole mentre venivano recitate con incisività e grazia
da Maria Rita Foti ed Elena Pistillo.
Un applauso caloroso e grato
ai due illustri relatori e carissimi amici Giuseppe Savagnone e Gianfranco
Perriera, che, col loro personale e inconfondibile stile, ci hanno fatto
scavare dentro il senso della bellezza e dell’esistenza, approfondendo il ruolo
della narrazione e della memoria, per farci “passeggiare” nella leggerezza di
una razionalità armonizzata con l’attenzione e la poesia.
Tutta l’avventura vissuta per PalermoParla è
stata per me un’esperienza intensa tanto quanto è stato il lavoro di
rielaborazione del materiale, ma generosamente ricolmata dagli
abbracci e dai sorrisi delle persone presenti: “Anche tu qui! Che bello
ritrovarsi!”
Nulla è più gratificante e “importante” che vedere le
relazioni umane crescere e consolidarsi. In questo contesto così violento e
aggressivo tutti abbiamo bisogno di esperienze di serena fraternità, che si
traducano in spazio/tempo di crescita personale e sociale. Abbiamo bisogno di
spazi umani, abbiamo bisogno di sentirci liberi, di essere persone capaci di
vivere la gentilezza, la cordialità, la delicatezza che non sono dimensioni di
fragilità, piuttosto l'unica vera forza da sperimentare e contagiare. Da soli
non riusciamo ad essere autenticamente noi stessi. Abbiamo urgenza di sorrisi,
di occhi stupiti, di voglia di passeggiare nell'anima dell'altro e scoprire
l’unicità della sua bellezza.
A tutti quanti hanno, in
qualche modo, partecipato, anche con la loro assenza e col dispiacere
manifestato di non poter essere presenti in modo attivo, a tutti va il mio
ringraziamento profondo, perché abbiamo potuto dar forma e partecipare ad
un'avventura che è ormai passata, ma che, comunque, sarà un ricordo “operante”
per molti.
I ricordi sono “importanti e utili”, se non si limitano ad
essere bocconi di passato. Liberati da ogni nostalgica emozione, sono la nostra
ricchezza per poter trovare energie sempre nuove per sempre nuovi progetti da
vivere insieme.
«A quoi donc peut servir la littérature si elle n’aide pas à vivre?» (Jean Sulivan)
Già, a che serve scrivere, leggere, a che serve
approfondire storia e cultura se tutto questo non ci aiuta ad essere persone
migliori, disposte a prenderci cura di chi incontriamo, del luogo in cui
viviamo?
Grazie
a tutti, compagni miei, perché quella che abbiamo vissuto è un'avventura
semplice, ma è un'avventura di tanti e i sogni insieme prendono corpo e
consistenza e ci fanno comprendere che:
- è possibile, anche oggi, vivere senza aggredire;
- è possibile stupirsi e
arricchirsi delle diversità e lasciarsi "contaminare";
- è possibile riempire di
senso le nostre giornate anche facendo piccole cose, ma dando ad esse grandi e
profondi significati.
La partecipazione è un bene
irrinunciabile per essere persone autenticamente umane.
Sognare e sperare non è da stolti, ma può colorare le
nostre giornate e rinvigorire le nostre capacità, così spesso sopite e/o
ignorate.
Sognare,
operare, partecipare e vivere praticando il "Giardinaggio", nel senso
ricordato da Gianfranco Perriera: «il giardinaggio è una fatica pazzesca. Ma
è la più deliziosa, incauta, faticosa, dolente e gioiosa operazione dell'essere
umano. E questo libro è un dono al Giardinaggio».
Certo non sono mancate le criticità in
questa avventura, i grovigli da snodare, ma come in ogni esperienza di
giardinaggio era inevitabile. Quel che posso affermare con certezza è che,
a prescindere dal risultato, io ho fatto tutto, ma proprio tutto quel che
potevo con fedele passione, fino alla scrittura di questa risonanza. Tutto
il percorso, in ogni sua tappa, un'esperienza fortemente significativa nella
mia storia personale. Un'avventura sognata e tradotta in un'esperienza
condivisa.
Sì, un’avventura quella della
realizzazione di PalermoParla, che nessuno del Gruppo Scrittura
Partecipalermo, da solo, avrebbe mai potuto realizzare, ma che, vissuto
insieme, ha preso corpo: un libro verde scuro e colorato, delle scritture
che danno voce ad alcuni "luoghi" di Palermo, degli
schizzi eleganti divenuti segnalibri, dei video, tante foto, un incontro
partecipato e festoso e una gran voglia di… ricominciare.