Un mio testo dedicato a Biagio Conte, inserito nella Rassegna di Scritture 2023 dal titolo LA VITA, SEMPRE, promossa dall’Associazione
Partecipalermo.
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Dov’è la
disperazione
ch’io porti
la speranza.
Francesco d’Assisi
“Si vive la vita”, “ha tutto”. Così si usa dire di qualcuno a cui, almeno in apparenza,
non manca nulla.
Ma lui sapeva di non essere “vivo”. E quel che aveva
lo lasciò, per cercare la sua vera vita. Lasciò persone e cose, andò via, si
nascose, cercò, digiunò, pregò e qualcosa avvenne.
Quando sogni e speri la Luce arriva, anche se
accompagnata quasi sempre dalla Croce. «Per
crucem ad Lucem». E allora prende forma l’Amore vero.
Si ritrovò col suo cane "Libertà" in quel di
Assisi. Capì, accolse, accettò, ritornò a Palermo. E fu una nuova nascita. Una
rinascita.
Trent’anni vissuti per gli altri a combattere per la
giustizia contro ogni forma di indifferenza, per stare accanto agli ultimi
della terra, facendosi uno di loro, dando voce a chi non ha voce, a chi non ha
nulla.
Fu padre, fratello, amico di chiunque avesse bisogno.
Carezzava le piaghe dei sofferenti con i suoi occhi di
cielo e avvolgeva col suo benevolo silenzio e con il suo sorriso le ferite
sanguinanti del corpo e dell’anima dei diseredati che incontrava sul suo
cammino.
La Stazione centrale fu la prima tappa. Pasti caldi,
coperte e accoglienza.
Poi la Missione di via Archirafi prese forma. E la
sede femminile di via Garibaldi.
Digiuni prolungati, eremitaggio ed estenuanti
pellegrinaggi per dar corpo ai suoi sogni di umanità.
Fu un combattente pacifico, ma col suo bastone
parlante era capace di sferzare l’ignavia di tanti. Paziente e temerario.
Per anni «voce
nel deserto», spesso circondato dalla derisione o da una polemica
incomprensione. Per molti, nient’altro che un visionario. Per altri un pazzo.
Ma lui camminava instancabile con i suoi sandali
impolverati per le strade di Palermo e del mondo per scuotere le coscienze
addormentate.
A piedi, camminava. Con la croce. Con i suoi occhi
sorridenti, per difendere i diritti di ogni essere umano e la sua passione per
la vita, per ogni forma di vita. La natura, gli animali, l’arte, la musica e l’umanità,
in particolare quella sofferente, dove ritrovava il volto del suo Gesù.
Con sguardo profondo e disarmante raccontava il
Vangelo in modo credibile.
Parlava col suo corpo: le sue mani toccavano membra
ferite e insieme lavoravano per dare forma a “sogni” per migliorare la vita di
molti, mentre i suoi piedi camminavano verso un Altrove. Ma non solo gesti né
solo parole. Un sacro silenzio promanava dalla sua persona, costantemente
immersa nella preghiera.
Saio, Sandali, Sguardo, Sorriso, Sollecitudine.
Straordinaria Semplicità della Speranza.
Ed ecco che in fondo al budello dei Decollati prende
forma un miracolo. Dopo innumerevoli incontri e scontri, in uno spazio
abbandonato da decenni, nasce la Cittadella
del Povero e della Speranza. Centinaia di persone oggi ci abitano e ci
lavorano. Lì si respira la fraternità, unica declinazione della vita vera,
perché «se ciascuno fa qualcosa insieme
si può fare molto».
Aveva fatto sue queste parole di Pino Puglisi, le
aveva vissute, condivise e testimoniate. Chi lo incontrava sapeva bene che per
lui non erano solo parole, ma il dinamismo della sua esistenza.
Nonostante le difficoltà, gli ostacoli insormontabili
e una sofferta solitudine lui fu – e lo sarà per sempre – un testimone e un
seminatore di Speranza.
A tutti lascia la responsabilità di essere più umani.
Più accoglienti. Perché con la sua esistenza ha testimoniato quale sia il
valore della vita, di ogni vita umana.
Lui l’aveva compreso quanto fosse prezioso questo dono
e per questo ha scelto di prendersi cura della vita di tanti.
A bianchi o neri, uomini o donne, credenti e non, a
persone senza futuro ha regalato la speranza di ritornare a vivere, e di vivere
come fratelli.
Mite e battagliero, realista e sognatore, testimone
del primato della Vita, dell’Amore, di una fraternità possibile, lui…
fratel Biagio.
Rassegna di Scritture pubblicata come ebook sfogliabile sulla pagina di Partecipalermo al seguente link:
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