16 febbraio 2022

LA POESIA SERVE DISPERATAMENTE


 La parola poetica *


In un contesto sociale radicato sulla prevaricazione, sulla produzione e sul potere occorre tentare tutti i percorsi possibili per risvegliare il ruolo primario della creatività, della gratuità e del ruolo insostituibile delle relazioni vissute in modo umano. In una società che, oltre che soddisfare, pretende di anticipare ogni bisogno e d’imporre le molte sfumature della paura e dell’odio, occorre proporre un cibo che aumenti la fame di “essere”, la sete di giustizia e di bellezza, l’urgenza di parole che non spieghino nulla, ma che di-spieghino le ali dell’anima.

Guardate le persone correre affaccendate, nelle strade. Non guardano né a destra né a sinistra, Con aria preoccupata, gli occhi fissi a terra, come cani. Filano dritte, ma senza guardare davanti ad esse, infatti fanno il percorso, già conosciuto, in modo meccanico. In tutte le grandi città del mondo è la stessa cosa.

L'uomo moderno, universale, è l'uomo frettoloso, che non ha tempo, l'uomo prigioniero della necessità. L'uomo moderno non capisce che una cosa possa non essere utile; non capisce neppure che, in fondo, è l'utile che può essere un peso inutile. Se non si capisce l'utilità dell'inutilità, l'inutilità dell'utile, non si capisce l'arte; e un paese in cui non si capisce l'arte è un paese di schiavi o di robot, un paese di infelici, di gente che non ride né sorride, un paese senza spirito.
Eugène Ionesco

 Utilità intesa come vantaggio materiale, inutilità come gratuità.

In tale prospettiva, la poesia è inutile. Ma, proprio perché inutile  occorre impegnarsi a credere e a far credere che proprio oggi c’è urgenza di poesia, per non lasciarsi soffocare dalla ferocia e trovare l'energia per restare umani e condividere il sogno di una fraternità possibile.

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Il termine “poesia” deriva dal greco poieïn (= fare, creare). Il campo semantico è ampio e include sia il generare che il fabbricare un oggetto. Dunque poesia e azione sono intimamente connessi, ma si tratta di un fare speciale: un fare, un agire per tradurre, per dar forma nuova all’essere. Un esserci, guardando con occhi nuovi e parlando parole parlanti.

La poesia incarna, infatti, un’esperienza, una visione, una relazione.

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Inizio di una riflessione sulla "parola poetica", tratta dal mio volume La cura delle parole, ed. Plumelia 2021.

* Foto scattata nell’ottobre 2018 a vicolo Ragusi, traversa di via Vittorio Emanuele. Sul muro, incollato sopra un manifesto pubblicitario scolorito, un foglio vuoto con quattro parole capaci di dire più di molti discorsi.