La voce dei luoghi
Tutto ha una
voce. Pietre, monumenti, natura, luoghi, animali. E persone.
Tutto parla, o meglio potrebbe parlarci, se fossimo in grado di ascoltare. Giacché si ascolta solo ciò che si conosce, ciò che si ri-conosce, ciò che amiamo. Cose e persone.
Così gli spazi che abitiamo, i luoghi che visitiamo, le persone che incontriamo parlano a chi li accoglie, a chi sceglie di abitarli e si lascia invadere dallo loro più intima essenza, perché ogni cosa, ogni persona hanno una storia, mille storie che prescindono da noi, e solo se ci si immerge dentro, se ci si lascia "invadere" avviene la magia della connessione, l’incantesimo dell’incontro, l’esperienza indicibile di sentire di esistere e che altro e altri esistono, con la loro storia di bellezza e di vita.
E così qualcosa o qualcuno fino a quel momento “estraneo” entra a far parte della tua storia personale, ti diviene familiare, ti abbraccia e ti parla nell’intimo, tu lo ri-conosci eppure lo ammiri come se fosse la prima volta ed è proprio questo stupore che ti consente di percepirne una bellezza conosciuta, ma ancora e sempre da scoprire.
Tutto parla, o meglio potrebbe parlarci, se fossimo in grado di ascoltare. Giacché si ascolta solo ciò che si conosce, ciò che si ri-conosce, ciò che amiamo. Cose e persone.
Così gli spazi che abitiamo, i luoghi che visitiamo, le persone che incontriamo parlano a chi li accoglie, a chi sceglie di abitarli e si lascia invadere dallo loro più intima essenza, perché ogni cosa, ogni persona hanno una storia, mille storie che prescindono da noi, e solo se ci si immerge dentro, se ci si lascia "invadere" avviene la magia della connessione, l’incantesimo dell’incontro, l’esperienza indicibile di sentire di esistere e che altro e altri esistono, con la loro storia di bellezza e di vita.
E così qualcosa o qualcuno fino a quel momento “estraneo” entra a far parte della tua storia personale, ti diviene familiare, ti abbraccia e ti parla nell’intimo, tu lo ri-conosci eppure lo ammiri come se fosse la prima volta ed è proprio questo stupore che ti consente di percepirne una bellezza conosciuta, ma ancora e sempre da scoprire.
Barcarello è uno
dei luoghi di cui amo ascoltare la voce e la sua parola continua a scavarmi nel
profondo.
Seduta sulle
aguzze rocce nere, era il mio luogo preferito per preparare i miei esami
universitari e anche d’inverno, sola col mio giaccone e lo zaino carico di
libri, passavo lunghe ore nel mio “studio” speciale, ricevendo stimoli ed energia
per respirare profondo, lasciandomi abbracciare dal vento impregnato di
salsedine. Riconosco che oltre cinquant’anni fa non era consueto vedere
qualcuno sulla scogliera deserta ancor più se donna, ancor più se giovane e
graziosa, ancor più se d’inverno (a quei tempi, prima del 15 luglio nessuno
andava a mare, a parte gli stranieri…)
A Barcarello ho
abitato per parecchi anni in una roulotte posteggiata in un campeggio proprio
sulla scogliera: da aprile a settembre (a parte agosto, mese che trascorrevamo
a san Martino delle scale) ci trasferivamo in quel campeggio col nostro
primogenito – prima della sua nascita privilegiavamo una tenda canadese,
decisamente non adeguata a biberon da disinfettare e ciripà da lavare di
continuo…
Certo, anche in
questo caso devo riconoscere che era un po’ strana la mia scelta: allora i
campeggi erano frequentati solo da turisti ed era alquanto bizzarro vederci
uscire dalla roulotte vestiti “da lavoro”: mio marito, da perfetto bancario, in
giacca e cravatta, io con la borsa carica di libri e la gonna a pieghe, in
attesa che arrivasse la baby sitter, che avrebbe accudito il nostro Luigino…
Già, strano, ma,
almeno nella mia esperienza, dalle stranezze sono sempre nate esperienze per me
arricchenti e insostituibili, certamente ignote e ancor più “incomprensibili” a
chi preferisce vivere una vita “normale”, con persone “normali” e passatempi
“normali" e programmati, che per me sono sempre stati insapori, sterili,
incapaci di farmi gustare la bellezza e la vita, nelle sue imprevedibili forme.
Barcarello i suoi
colori e profumi, le sue rocce, i prati di alghe su cui è talmente accarezzante
e gratificante poggiare i piedi da non pensare neppure alle insidiose rocce o
ai granchi in attesa di mordicchiare qualcosa.
Barcarello e il
suo tetto d’azzurro immerso nell’orizzonte.
Barcarello e la
sua brezza di vento imbevuta di salsedine.
Barcarello e
l’Isola delle Femmine, con i suoi tramonti nello sfondo.
Barcarello e la
montagna alle spalle, con la sua forma di cane accoccolato.
Barcarello e il
volo dei gabbiani.
Barcarello e le
sue barche variopinte.
Barcarello, il
mare nell’anima.
Barcarello e Malb, che respira il mare, accarezza il vento, contempla la montagna, si nutre di bellezza e ce la regala.
RispondiEliminama sei Franc/arino? :-)
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